Quando si tratta di lavori edili, in molti ignorano la SCIA, fondamentale per non incorrere in sanzioni: cos’è, quando serve e come farla.
Nel momento in cui si acquista una casa o si vuole semplicemente apportare modifiche a quella già esistente, sono molte le regole e i permessi che non bisogna ignorare. Tra questi rientra la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), poco conosciuta a molti, ma spesso indispensabile se si vuole ristrutturare una casa in maniera legale e senza complicazioni. Ma a chi serve realmente e quali rischi si corrono a non presentarla?
Partiamo dalla base. La SCIA edilizia è un’autorizzazione che permette ai proprietari di immobili di eseguire determinati lavori edili. Questo titolo edilizio si applica agli interventi che non rientrano nell’edilizia libera (cioè lavori che non richiedono permessi) né in quelli soggetti a permesso di costruire. Questa certrificazione deve essere certificata da un tecnico abilitato come un geometra, architetto o ingegnere, il quale verifica che i lavori siano conformi alle normative vigenti.
Da qui potrebbero sorgere ulteriori dubbi e perplessità, come per esempio quando è necessaria la SCIA Edilizia e quando invece no. Per questo e per altri motivi è bene approfondire nel dettaglio questi passaggi.
Sebbene possa sembrare una questione complessa, capire quando si necessita di qesto documento è davvero semplice. La SCIA serve per interventi di manutenzione straordinaria che coinvolgono le parti strutturali di un immobile, come ad esempio il restauro o il risanamento di un edificio. È richiesta anche per interventi di restauro leggero, a patto che non modifichino volume, destinazione d’uso o sagoma dell’immobile. In tutto ciò è bene non confonderla con il Permesso di Costruire, che riguarda nuove costruzioni, o con la CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata), che si applica a interventi ‘non strutturali’.
Per presentare la SCIA, è necessario raccogliere il modulo apposito, planimetrie, documentazione fotografica e copia dei documenti d’identità. Successivamente, ci si potrà rivolgersi a un tecnico abilitato per certificare i lavori. Il modulo SCIA andrà completato e inviato al Suap o Sue del proprio comune, in formato cartaceo o elettronico.
Dopo questi passaggi sarà possibile iniziare i lavori subito dopo la presentazione, ma è bene sapere che il comune ha 30 giorni per verificare la documentazione. Per questo motivo è bene conservare tutte le ricevute e documenti per eventuali controlli.
Per lavori senza SCIA o presentati in modo incompleto, la multa è almeno 516 euro o il doppio dell’incremento di valore dell’immobile. In caso di violazioni gravi, la sanzione varia tra 1.500 e 15.000 euro. Se invece è presentata in ritardo, la multa è di 516 euro. Inoltre, l’omissione della SCIA può comportare sanzioni amministrative e, in casi gravi, la sospensione dei lavori o l’ordine di ripristino dell’immobile.
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